Seminario Mariano 2013
Wednesday, October 9, 2013
Saturday, September 28, 2013
Chiamati a guardare in alto
È
il giorno conclusivo del Seminario. La solennità del momento la percepiamo dal
mattino. Alla celebrazione eucaristica si aggiungono a noi anche le studenti
delle Comunità Casa Madre Angela Vespa, Casa Valsé e Casa Madre Ersilia Canta.
Ci sono anche le novizie di Castelgandolfo.
Presiede
l’Eucarestia Mons. Enrico Dal Covolo, sdb, Rettor Magnifico della Pontificia
Università Lateranense, che nell’omelia ci invita a guardare a Maria perché
dobbiamo «credere che i grandi privilegi di cui Maria è insignita – concepita senza
peccato, sempre vergine, madre di Dio e madre nostra, assunta in cielo – sono altrettante
mete per ciasucno di noi, che vogliamo imitare questa grande Donna. […]
Mettiamoci su questa strada: saremo finalmente felici. Detto in altri termini,
saremo santi, come Maria è santa e immacolata. È proprio questo ciò che intende
dirci il Vangelo di oggi: certo, Maria è beata, perché è la Figlia di Sion, che
ha portato Gesù nel suo grembo. Ma beato è ciascuno di noi, che ascolta la
Parola di Dio! E qui la filialità di Maria e la filialità nostra si coniuga con
il tema dell’ascolto della Parola».
Friday, September 27, 2013
Compagne di viaggio /2
Quali
ricadute avrà il Seminario sul vissuto delle vostre Associazioni?
Noemi
– Devo dire un “grazie enorme” perché è stato un dono bellissimo poter
partecipare, unito al piacere di condividerlo con le fma. Ho partecipato al
laboratorio della Formazione. Come idea forza abbiamo indicato quella di
recuperare il discorso della filialità liberandolo da quei tradizionalismi che
l’hanno schiacciato e recuperarne invece il senso profondo. Una filialità che è
interiorità e riconciliazione, prima di tutto con noi stesse: a volte non
perdoniamo gli altri perché non siamo capaci di perdonare noi stessi. Senza
questo percorso “ad intra” non possiamo tentare nulla “ad extra”. E questo vale
per tutti.
Paola
- Nel gruppo della pastorale abbiamo indicato come idea forza quella di educare
“alla” filialità “nella” filialità: è una sfumatura non da poco. Sentiamo
l’urgenza di testimoniare più che parlare, di essere figure di riferimento,
soprattutto per i giovani, che percepiscano il fascino di abbandonarsi a questo
amore per Maria e di Maria. Nel mondo delle Exallieve ci sono diverse modalità
di appartenenza: chi ha solo il ricordo - molto spesso buono, ma a volte anche negativo
perché non ha incontrato questa “maternità” vissuta; chi ritorna perché ne ha
fatto esperienza. C’è poi chi sente la responsabilità di donare quanto ha
ricevuto e si impegna a dare a sua volta, a impegnarsi in cammino di vita
cristiana, di coerenza nel quotidiano, in famiglia, nel lavoro. Un ambito che
mi sembra importante, e su cui insieme potremmo lavorare anche con altri gruppi
della Famiglia salesiana è quello della famiglia sia come punto di forza come
pure di sostegno perché oggi c’è immenso bisogno di insegnare ai genitori a
fare i genitori.
Che cosa, secondo te,
l’Istituto delle Volontarie di don Bosco può donare alle FMA alla luce di
questo Seminario di studio?
Pina
- All’interno dell’Istituto stiamo riflettendo molto sulla dimensione
formativa, tanto che l’ultima Assemblea mondiale terminata nello scorso mese di
luglio aveva come tematica la formazione. Penso che sia uno stimolo a
rinnovarci continuamente, a vivere in stato di formazione permanente. Come
Volontarie non viviamo in comunità, ma siamo tenute a vivere la “comunione”.
L’apporto che, forse, possiamo dare è quello di aiutarci a trovare modalità
sempre più nuove e creative per vivere la comunione rivolte anche a chi -
proprio perché vive sotto lo stesso tetto - è magari più facilitata a
realizzarlo.
Compagne di viaggio /1
In
una pausa dei lavori, incontriamo Noemi Bertola, Coordinatrice Mondiale dei
Cooperatori Salesiani, Paola Staiano, Presidente Confederale delle Exallieve e
degli Exallievi delle fma, Pina Bellocchio, del Consiglio mondiale dell’Istituto
delle Volontarie di don Bosco con il compito della vita salesiana e della Famiglia
salesiana e con l’attenzione all’Africa e alle regioni e gruppi di lingua
francese.
Che cosa ti porti via
dopo una settimana di Seminario di studio?
Noemi
- Tantissimi stimoli su Maria da approfondire sia per me stessa, come pure per
l’Associazione, perché tutti siamo figli di Maria. Soprattutto l’abbandono di
forme devozionali che non sempre rispondono a una crescita nell’abbandono
filiale, fiducioso a Maria. Ci sono tre atteggiamenti della “scuola di Maria”
che sono per me eloquenti: l’eccomi di Maria, con il suo sì alla volontà del
Padre; il riconoscere la volontà del Padre nel Figlio e indirizzarlo ai
discepoli nelle nozze di Cana; infine, il silenzio che parla sia quando
conservava tutto nel suo cuore sia quando stava sotto la Croce. Qui, mi sembra
di trovare l’invito ad un’opera di “masticazione” della parola, a vivere il
dolore, a prenderla davvero come Guida e Maestra. C’è un percorso tracciato in
particolare per i Salesiani Cooperatori/trici, che vivono nel quotidiano. E mi
piace ricordare Attilio Giordani, la sua parola che ci ricorda di essere nel
mondo, ma non del mondo: vivere nel quotidiano della nostra vita familiare e
associativa costantemente riferiti alla dimensione evangelica e mariana.
Infine,
l’ascolto delle relazioni su don Bosco e madre Mazzarello sono una miniera di
chiarificazioni e di approfondimenti, come pure le storie di vita delle suore: esempi
per noi Salesiani Cooperatori/trici che siamo chiamati a vivere ogni giorno la
statura alta della santità.
Paola
- Anche per me è stata un’esperienza molto arricchente. Ho particolarmente
goduto l’ascolto delle testimonianze di vita, come pure la sessione dei diversi
approcci, l’esperienza di don Bosco, di madre Mazzarello. Porto come una
consapevolezza nuova: sentire Maria “dentro” la mia vita: madre, maestra, guida,
esempio … nulla possiamo fare senza di lei. Ho promesso alla Madre, e mi sono
impegnata con lei, per iniziare uno studio all’interno delle varie Federazioni
per vedere “come” le exallieve vivono questa dimensione della filialità nella
loro vita, non tanto come devozione, ma nel concreto rapporto con Maria. Già
come Exallieve non facciamo niente “senza Maria”. Abbiamo vissuto l’esperienza
delle Linee di impegno dell’Europa... Come scelta, eventi di questo genere li
viviamo sempre in un luogo mariano… per cui già lo viviamo, ma forse in modo
non consapevole, invece dobbiamo cercare strade per viverlo.
Pina
- Ho vissuto un’esperienza di famiglia. Mi ha particolarmente interessato
questa sfaccettatura della filialità che interpella la dimensione mariana della
nostra vita. In particolare, il percorso che va dalla filialità, alla sororità,
alla maternità. Per noi Volontarie è importante sviluppare relazioni materne
per aprirsi alla missione. Ed è fondamentale però darvi uno spessore
spirituale.
(continua)
Benedetta sei tu, donna, grembo della vita
È
don Filiberto Gonzalez, Consigliere generale per la Comunicazione sociale, a
presiedere l’Eucarestia del mattino.
Nell’omelia,
ci invita a considerare il grande privilegio di essere “donne”, grembo della
vita. A partire dalle letture proposte (Rom. 8,31-39 e Gv 19,25-27), aiuta ad
entrare in profondità nell’esperienza dell’amore che ci fa essere figlie,
sorelle e madri: «in tre frasi una sintesi: vivere da figlie di Dio e di Maria,
amate e consacrate senza meriti; riconoscenti discepole di Cristo e sorelle
nella profezia di una comunità umana, accogliente e semplice; e così,
finalmente, madri spirituali che generano e stimolano la vita nella gioia della
verginità e del servizio umile e generoso in mezzo ai giovani più poveri, come
madre Mazzarello».
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